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L’INDIVIDUO


Dal latino in-divisibile, qualcosa o qualcuno che non può essere scisso in diverse parti ma che è ben distinto biologicamente dagli altri membri della sua specie. Sebbene nel mio corso di studi il latino abbia rappresentato uno scoglio spesso difficile da superare, con lo scorrere degli anni mi sono reso conto di come questa lingua e questa cultura da cui deriviamo abbiano la capacità di definire precisamente e in maniera sintetica e completa una grande quantità di realtà. E proprio il pensiero dell’universo-individuo umano mi ha spinto a qualche riflessione collegata al mio lavoro. Da vent’anni ho occasione di incontrare, ascoltare e parlare con tante persone, ognuna portatrice del proprio carico più o meno leggero di sintomi e di disagi emotivi : trovo sinceramente innegabile che queste due sfere siano assolutamente inscindibili, non credo davvero possibile poter affrontare il prendersi cura di qualcuno senza considerare la sua globalità. Nello sviluppo della medicina e delle professioni di cura assistiamo ormai a una grande specializzazione, che sicuramente è un valore aggiunto molto importante, ma che non può in alcun modo prescindere dalla globalità dell’individuo umano, non può tralasciare la dimensione unica e speciale che ogni persona porta con sé. Volgere la propria attenzione sempre più verso il “piccolo”, il subatomico, il distretto particolarissimo del corpo umano non può far perdere di vista la visione Olistica (dal greco olos, che indica la totalità, la globalità di qualcosa). E voglio spingermi un po più in là in questa riflessione : a mio parere la visione utile per affrontare la presa in cura di una persona che si rivolge a un operatore come me è costituita non solo da una prospettiva globale e olistica, ma addirittura da un gradino successivo. Intendo cioè che ognuno di noi non solo non può essere considerato “a pezzi”, ma non può nemmeno essere considerato come una semplice somma di più parti: io penso cioè che un essere umano, soprattutto nel momento in cui sia indebolito da qualche problema di salute fisica e/o psichica, vada considerato come un unicum costituito da più parti, che solo a un primo approccio esteriore sono uguali per tutti ( tutti salvo menomazioni hanno delle braccia, per esempio o uno stomaco), ma ad una analisi più attenta esse hanno una particolarità irripetibile, sono le braccia e lo stomaco proprio di QUELLA persona, ricche di tutto ciò che quella persona ha vissuto, imparato e costruito nella sua vita. Per concludere mi sento ancora una volta animato dalla necessità e dalla voglia di costruire un rapporto con una persona che si rivolge a me nel mio studio basato sull’empatia, sulla connessione di cuore e sull’ascolto; solo dopo aver realizzato tutto ciò arriva la competenza tecnica e pratica, irrinunciabile e assolutamente fondamentale.

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