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Immagine del redattorefrancesco scarponi

Il corpo come teatro di emozioni

Disegno a cura della dott. ssa Susanna Toppino, psicologa del Centro Eos di Pavia;

Commento a cura del dott. Francesco Scarponi, fisioterapista, facilitatore craniosacrale,esperto in Campane Tibetane;


Il corpo umano inteso come una macchina perfetta caratterizzata da migliaia processi chimici utili alla sopravvivenza…. O il corpo umano inteso come fonte e generatore di emozioni, risposte a stimoli esterni e a bisogni interni…...i primi tangibili e misurabili, le seconde impalpabili ma allo stesso tempo inarrestabili. La visione duale dell’essere umano forse è riduttiva, la “verità”, sebbene esistano infinite verità, può essere trovata nel considerare l’uomo come in-dividuo, cioè come entità indivisibile. Allora con questa chiave di lettura si possono aprire grandi orizzonti, in cui percepire le persone come un’unione di corpo, mente e spirito, senza soluzione di continuità ed è possibile scoprire la meraviglia di un essere vivente in cui ogni aspetto è inscindibilmente legato e interconnesso agli altri. Lavorare sul corpo porta inevitabilmente a capire come il vissuto emotivo incida sulle strutture meccaniche, come possa essere importante considerare che una tensione corporea sia collegata a una tensione emozionale e viceversa. Guardare all’essere umano con costante stupore e meraviglia come ad un unicum guidato da un’intelligenza superiore che sapientemente miscela, modera e regola ogni processo vitale. Mi piace l’immagine in cui ogni persona che voglia prendersi cura di un proprio simile, si avvicini ad esso in punta di piedi, con rispetto e con Amore, così come ci si reca ad assistere ad un sontuoso spettacolo teatrale, in cui tutti i personaggi hanno un ruolo, in cui ognuno è indispensabile ed insostituibile. Seppure sia possibile individuare un copione comune a tutte le repliche dello spettacolo della vita, ogni rappresentazione fa storia a sé, ed inevitabilmente ogni attore lascia la propria impronta, unica e irripetibile. Ecco, così mi piace pensare all’essere umano, come a un qualcosa di unico e irripetibile, in cui possano essere individuati punti comuni a tutti i propri simili, ma in cui ognuno sia una goccia di vita distinta dalle altre, con emozioni, vissuti e sensazioni solo e unicamente personali.

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