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Se la gioventù sapesse e se la vecchiaia potesse……





















Quante volte ho sentito enunciare questo proverbio da mio padre e quante volte mi sono fermato a riflettere sul suo significato. E’ incredibile, ma col passare degli anni la mia percezione delle cose è cambiata molto, vuoi per le esperienze vissute, vuoi per una mia scelta consapevole e volontaria di intraprendere un percorso di profondo cambiamento interiore: anche la percezione e la valenza di questo proverbio sono cambiate sensibilmente per me. Parecchi anni fa avvertivo questa affermazione come una sorta di gabbia, col rimpianto di essere arrivato tardi a tante cose, e di essere sempre impegnato in una rincorsa senza fine delle occasioni, rincorsa sempre infruttuosa “perché ormai il tempo giusto è passato”. Invece a un certo punto ho avuto voglia di cambiare il mio percepito nei confronti di questo proverbio…...chi stabilisce cosa e quando è la gioventù e cosa e quando è la vecchiaia? Onestamente ridurre il ragionamento a una mera e rassegnata constatazione del passare degli anni mi pare quanto meno riduttivo. Ultimamente cito spesso una frase che risuona molto col mio sentire: “si inizia ad invecchiare quando si smette di avere sogni e progetti da costruire e realizzare”. Ebbene mi sono detto, allora perché non costruire ognuno di noi una propria personale gioventù, caratterizzata da scoperte e conoscenze sempre nuove e stimolanti? Perché rassegnarsi a limitarsi ai ricordi del passato, quando molto probabilmente il fisico certo era più performante, ma magari la consapevolezza era ancora in fieri? Perché cioè affidarsi al concetto limitante e a volte castrante espresso dalla parola ORMAI? Mentre scrivo queste riflessioni sto ascoltando della splendida musica suonata da un duo straordinario, un pianista e un trombettista: nella tournè attuale eseguono brani di Pino Daniele rivisitati in chiave jazz e ho avuto la fortuna di ascoltarli dal vivo proprio ieri sera. Oltre alla gioia che ho provato ad assistere ad un’esecuzione meravigliosa, ho avuto modo di toccare con mano come l’eccellenza in qualsiasi campo, in particolare la musica, sia un toccasana per l’anima e per lo spirito. Una delle cose che più mi ha colpito è che questi due artisti straordinari mentre suonavano si divertivano: chiacchierando con loro ho avuto pure la loro conferma, si, mentre suonano si divertono!!! D’altra parte questa loro eccezionale bravura ha richiesto sicuramente molto impegno e sacrificio, molto probabilmente realizzati in età giovanile…..ma allora ora che sono più grandi non sono fossilizzati nel ricordo dei tempi andati, no. Loro eseguono una musica meravigliosa e si divertono come ragazzetti!!! Che esempio meraviglioso, che opportunità di ragionare. Traslando il discorso alla mia quotidianità posso affermare senz’altro che gli effetti sul proprio fisico e sulla propria salute sono molto influenzati da ciò che si prova, da ciò che la mente e il cuore avvertono nella vita di tutti i giorni. Ecco quindi l’importanza di fare il più possibile ciò che si ama, di dare spazio alla bellezza, di applicarsi quotidianamente ai propri sogni e alle proprie inclinazioni: il corpo e la salute non possono avere altro che benefici da ciò. Siamo sinceri: una persona davvero serena e realizzata ha molti meno sintomi di chi vive quotidianamente nella rabbia, nella insoddisfazione e nel rimpianto. Può sembrare un discorso generico, magari basato su frasi fatte e su una banale retorica, ma studiando sempre più le dinamiche degli esseri umani attraverso strumenti quali le 5 Leggi Biologiche, la Psicobiogenealogia o l’Enneagramma Biologico riscontro da anni come un supporto fondamentale alla propria buona salute sia proprio ascoltare i propri bisogni, imparare l’arte di lavorare all’ascolto di sé e darsi il diritto di esistere pienamente e completamente. Nel mio lavoro quotidiano applico le tecniche classiche corporee, ma sempre più lavoro con le persone su questi aspetti irrinunciabili: corpo, mente e spirito non possono essere scissi e analizzati settorialmente, hanno la necessità di essere trattati come un unicum. Quindi grazie a Fabrizio Bosso e a Julian Oliver Mazzariello per il concerto di ieri sera, per le riflessioni che mi ha portato e per la dimostrazione che per un cuore e uno spirito giovani e intraprendenti il passare del tempo incide si, ma in una percentuale che può essere altamente influenzata dal nostro sentire individuale.

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